giovedì 24 febbraio 2011

VIVISEZIONE:Chiedi agli sperimentatori perchè fanno esperimenti sugli animali e ti risponderanno: "Perchè gli animali SONO come noi".. Chiedi agli sperimentatori perchè sia moralmente accettabile fare esperimenti sugli animali, e la risposta è: "Perchè gli animali NON SONO come noi."- Professor Charles R.Magel



Per chi afferma che al giorno d'oggi la vivisezione non esiste più, per tutti coloro che pensano"tanto è solo un?animale" o semplicemente per chi si mostra indifferente alle atrocità che ancora oggi accadono; perchè la vivisezione siamo anche noi quando lasciamo morire inutilmente tutte queste creature, che non hanno voce per esprimersi e diritti per difendersi.
riflettete, provate a pensare anche solamente per un attimo di essere voi quell'animale, impotente, che sta per essere sottoposto alle più dolorose torture e non può scappare, non può nascondersi ma solo arrendersi davanti alla grandiosa specie umana.
guardate i loro occhi, nei video, nelle foto, e pensateci, perchè la vera domanda da porsi non è "SONO PIU' IMPORTANTI DELL'UOMO?" ma piuttosto: SOFFRONO?
Cartesio (1596-1650), parla di una differenza radicale tra l'uomo e animale il fatto che esso sia per lui esclusivamente una cosa.
Gli animali sono, per Cartesio, macchine, cose automatiche incapaci di pensare e avere sensazioni.
si ritenne quindi giusto inchiodare senza anestesia cani vivi per aprirli e studiarne l'anatomia e il sistema nervoso. Non è il caso di porre attenzione alle loro grida di dolore: le macchine, infatti, fanno rumore ma non hanno sensazioni.
Sono passati 350 anni, ma, per molti "scienziati" sono contradditoriamente trascorsi inutilmente.






riporto di seguito alcuni, pochissimi dei molti INUTILI esperimenti ancora oggi compiuti sugli animali, per studiare INUTILMENTE la compatibilità delle oro reazioni con quelle umane.


15.000 animali ustionati a morte per dimostrare statisticamente gli effetti, già noti, di un estratto epatico.

Cucitura tra loro di numerosi animali (per studi sull'uremia) attraverso la pelle. Poiché la pelle si strappava, i malcapitati venivano in seguito cuciti per i muscoli della pancia, ma talora riuscivano ugualmente a separarsi, lacerando i tessuti, con fuoriuscita degli intestini.

Centinaia di scimmie completamente immobilizzate per mesi e mesi (talvolta anche per anni) dagli apparecchi di contenzione e fatte impazzire per mezzo di brutali scariche elettriche finché non si manifestarono i sintomi dell'epilessia (convulsioni, schiuma alla bocca ecc.).

14 gatti spellati vivi per sapere se, in questo caso, una somministrazione di adrenalina sarebbe riuscita a evitare l'abbassamento della temperatura corporea.

Per verificare se il taglio del nervo simpatico costituisce una protezione contro il congelamento, a 10 cani vennero prima recisi i nervi delle cosce e poi congelate le zampe: ad alcuni di essi queste rimasero deformate, ad altri si staccarono, i rimanenti morirono in una lenta agonia.

130 giorni di schiaffi, scossoni, compressioni della coda (per mezzo di una morsa) a un gatto onde studiarne le manifestazioni d'angoscia. Prima di morire per il dolore, la vittima riuscì ancora a sopportare numerose scariche elettriche su ciò che rimaneva della coda martoriata. Allo stesso fine altri ricercatori usarono invece pavimenti arroventati e spilloni sotto le zampe.

56 scimpanzé strappati alle madri nei primi giorni di vita e mantenuti in totale isolamento per 5-8 anni, al fine di studiarne il comportamento. Qualcuno impazzì, altri tentarono il suicidio, altri ancora continuarono a mordersi e a graffiarsi a sangue.

350 scimmie Rhesus (la cui struttura ossea, elasticità e resistenza sono ben diverse dalle nostre) gettate contro un muro di cemento per controllare gli effetti degli incidenti automobilistici. L'esperimento venne in seguito 'migliorato' usando babbuine gravide. Fu così possibile fare una eccezionale scoperta: 'maggiore è la velocità del veicolo e maggiori sono i danni'!

Onde studiare i trapianti, fu creato un mostruoso essere a due teste: un pastore tedesco sul cui collo venne innestato il capo di un altro cane. Le due teste, rese folli per il dolore, continuarono a mordersi per 29 giorni, prima che gli sperimentatori decidessero la soppressione dell'animale.

500 ratti, ciascuno fatto ruotare per 650 volte in un tamburo di metallo per studiare shock traumatici in assenza di emorragie. A quelli estratti moribondi vennero estirpate ghiandole o visceri e furono quindi rimessi sui tamburi per ulteriori osservazioni.

300 cani mantenuti costantemente in una posizione stressante e quindi ammazzati con una scarica elettrica al cuore. Si è potuto così dimostrare che per uccidere un cane stressato occorre meno elettricità.

Zampe anteriori amputate a decine di topi per osservare come avrebbero fatto, in tali condizioni, a 'lavarsi il muso'.

350 gatti obbligati a stare (fino a 70 giorni) su un mattone a fior d'acqua in modo che non potessero addormentarsi (il muso cadeva nell'acqua provocando l'immediato risveglio). In questo modo si scoprì che 'la mancanza di sonno è dannosa per l'equilibrio mentale'.

Continue scosse elettriche a una capra per condizionarla ad alzare una zampa in risposta a un dato rumore. Dopo 4286 prove la capra, ormai terrorizzata, non riabbassava più la zampa se non riceveva un ulteriore scarica elettrica.

Interminabili scariche elettriche su centri nervosi di scimmie per dimostrare che 'il dolore rende aggressivi'.

Centinaia di gatti, immobilizzate da stanghe d'acciaio che attraversavano le orbite svuotate, il palato e le orecchie, ai quali venne recisa prima la colonna vertebrale, quindi distrutti udito e olfatto, poi asportati i testicoli e, infine, messo a nudo il nervo del pene per attaccarvi degli elettrodi e somministrare continue scosse, sino alla morte. Un metodo usato da diversi laboratori per 'studiare la vita sessuale dei gatti'
E ancora: quanto mascara possiamo gettare nell'occhio, privato delle palpebre, di una cavia, prima che si determinino danni irreparabili?
Quante sigarette può fumare un coniglio?
Quanto tempo può rimanere digiuno un gatto?
Fino a che punto una scimmia, cui sia stato occluso l'intestino, può gonfiarsi con i propri escrementi?
Quanto impiegano a sciogliersi i tessuti di sei conigli vivi cosparsi di sostanze corrosive?
Che cosa accade a un cane se gli si cuce una zampa dentro il torace?

La vivisezione è in grado di rispondere a questi e ad altri appassionati interrogativi. 






Scimmia stabulata presso l'England's Royal College of Surgeons. Si noti che sulla fronte dell'animale gli sperimentatori hanno tatuato la parola "CRAP" (merda).Eppure i vivisettori sostengono di amare e rispettare gli animali che vivisezionano. 


Perreras, il volto triste della Spagna

RIFLETTETE:Testimonianza da una perrera spagnola: la strage silenziosa che il mondo ignora

Pubblicato il 17/12/2010 alle ore 23:39

Lettera da una persona che lavora in perrera

Questa lettera è stata scritta da una persona che lavora in una perrera in spagna con lo scopo di sensibilizzare quanta più gente possibile. E la sensibilizzazione e l'informazione sono necessarie anche qui in Italia, affinchè un numero sempre maggiore di persone venga a contatto con la terribile realtà spagnola e possa rendersi utile nel difficile compito di migliorarla.

Lettera da una persona che lavora in perrera

Credo che la nostra società abbia bisogno di un po’ d’attenzione.
Come responsabile di una perrera vorrei condividere qualcosa con voi…uno sguardo dall’interno, se me lo permettete.
Prima di tutto, tutti coloro che lavorano come venditori/allevatori di animali dovrebbero lavorare almeno per un giorno in una perrera.
Forse se vedeste lo sguardo triste, perso, gli occhi confusi…cambiereste idea sul fatto di allevare e poi vendere questi animali a persone che nemmeno conoscete.
Il cucciolo che avete appena venduto probabilmente finirà nella mia perrera non appena smetterà di essere un “bel cagnolino/gattino”. E allora come ti sentiresti se sapessi che c’è una probabilità del 90% che questo cane/gatto non uscirà mai dalla perrera una volta che ci entra? Sia esso di razza o no.
Il 50% dei cani che entrano nel mio centro, abbandonati o randagi, sono di razza pura. Le scuse più comuni per cui vengono abbandonati sono:
- “cambiamo casa e non possiamo portarlo”. Sul serio?! E in che posto vai se non ti permettono nemmeno ti tenere animali? E perché hai scelto questo posto invece di un altro dove ti avrebbero permesso di tenerli?
- “è diventato più grande di quel che pensassimo”. E quanto pensavi sarebbe diventato grande un pastore tedesco?
- “Non ho tempo per occuparmi di lui”. Davvero? Io lavoro 10-12 ore al giorno e trovo il tempo per i miei 6 cani.
- “Ci distrugge il giardino”. E perché allora non lo tenete in casa con voi?

Mi dicono sempre: “Non diventare matto a cercargli casa. Siamo certi lo adotteranno: è un buon cane”.
La cosa triste è che il tuo cane/gatto NON verrà adottato e sai quanto è stressante una perrera? Bene, lascia che te lo dica: il tuo cane/gatto ha 72 ore dal momento in cui lo lasci lì per trovare una nuova famiglia. A volte un po’ di più se la perrera non è pienissima, ma ne consegue che dovrà impegnarsi per più tempo a rimanere sano. Se si ammala, muore.
Il tuo cane/gatto rimarrà confinato in una piccola gabbia, circondato la latrati e pianti di altri 25 animali. Dovrà arrangiarsi anche solo per mangiare e dormire. Sarà depresso e piangerà costantemente per la famiglia che lo ha abbandonato.
Se ha fortuna qualche volontario potrebbe occasionalmente portarlo a fare una passeggiata. In caso contrario non riceverà alcuna attenzione, fatta eccezione per una ciotola di pappa fatta scivolare sotto la porta della gabbia e un po’ d’acqua.
Se il tuo cane è grande, nero o di una qualsiasi razza “bull” (pit bull, mastino..) lo hai condotto a morte certa fin dal momento in cui ha oltrepassato la porta. Questi cani non vengono adottati. Non importa quanto siano dolci o educati.
Se il tuo cane/gatto non viene adottato entro le 72 ore e il rifugio è pieno, verrà soppresso.
Se il rifugio non è pieno e il tuo cane è sufficientemente buono o di una razza “alla moda” è possibile che la sua soppressione venga rimandata di qualche giorno, ma comunque non per molto tempo.
Se i cani mostrano aggressività vengono soppressi. E anche il cane più tranquillo cambierebbe atteggiamento in questo posto.

Se il tuo cane/gatto contrae la tosse dei canili (tracheobronchite infettiva canina) o qualsiasi altro tipo di infezione alle vie respiratorie verrà soppresso immediatamente, per il semplice fatto che in una perrera non abbiamo le risorse necessarie per pagare trattamenti che arrivano a 150 euro.
E adesso qualcosa a riguardo l’eutanasia, per chi non avesse mai visto come un animale perfettamente sano viene soppresso: prima di tutto viene tirato fuori dalla gabbia con una cinghia. I cani pensano sempre di andare a fare una passeggiata, escono contenti dalla gabbia, muovono la coda…fino a che non arrivano alla “stanza” e lì tutti frenano bruscamente. Devono fiutare o captare la morte o sentire le anime tristi che sono rimaste lì. È strano, ma succede a tutti, a ognuno di loro.
Il tuo cane/gatto si troverà davanti a uno o due veterinari, a seconda della sua grandezza e da quanto è nervoso. Successivamente uno specialista nella somministrazione dell’eutanasia o un veterinario inizierà il processo: troveranno una vena nella zampa anteriore e verrà iniettata una dose di “sostanza rosa”. Speriamo che il tuo cane/gatto non si spaventi nell’essere bloccato. Ho visto alcuni animali strapparsi gli aghi e morire coperti di sangue, assordati dagli ululati e dalle grida.
Non tutti “dormono” immediatamente. A volte hanno delle convulsioni, soffocano e infine rilasciano i liquidi.
Quando tutto è finito, il cadavere del tuo cane/gatto verrà ammucchiato come la legna in un grande congelatore con tutti gli altri animali e lì attenderà di essere raccolto come avviene con la spazzatura.
Che succede dopo? Verrà incenerito? Verrà portato in discarica? Verrà trasformato in cibo per cani? Non lo saprai mai, ma forse nemmeno te lo domanderai. Infondo era solo un animale. Potrai sempre comprarne un altro. No?

Spero che se avete letto fin qui gli occhi vi si siano riempiti di lacrime e che non possiate togliervi dalla mente le immagini che occupano la mia ogni giorno quando torno a casa.
Odio il mio lavoro, odio il fatto che esista e odio sapere che esisterà sempre a meno che voi, la gente, non cambiate e non vi rendiate conto che le vite che danneggiate sono molte di più di quelle che lasciate in perrera.
Ogni giorno nelle perreras muoiono tra i 9 e gli 11 milioni di animali e tu sei l’unico che può fermare tutto questo. Io faccio tutto quanto in mio potere per salvare più vite possibili, ma i rifugi (le protectoras) sono sempre pieni e ogni giorno ci sono più animali che entrano di quelli che escono.
Voglio solo puntualizzare questo: non allevare o acquistare animali mentre dei loro simili muoiono nelle perreras.
Odiami se vuoi. La verità fa male e la realtà è quel che è.
Spero solo che con questa lettera qualcuno abbia cambiato idea in fatto di allevamento, di abbandonare il proprio cane/gatto in una perrera o di comprarne uno.
Magari qualcuno arriverà al lavoro dicendomi: “ho letto la tua lettera e vorrei adottare un cane”.
Ne varrebbe la pena.

In molti commenti che leggo in eventi riguardanti cani abbandonati noto la disinformazione della gente riguardo le perreras: pensano che siano posti dove i cani vivono, dove sono felici e da dove escono con una facile adozione dopo una breve permanenza.
Signori, nelle perreras spagnole (e in quelle di qualsiasi altro paese) i cani muoiono, vengono soppressi o si ammalano e muoiono da soli, agonizzando.

Ad attenuare tutto questo ci sono le protectoras, che non cadono dal cielo (sebbene siano piene di angeli) e che cercano di fare il possibile per cercare case a questi animali. Accolgono quanti più cani e gatti è in loro potere, affinchè essi abbiano qualche possibilità, li tirano fuori dalle perreras o prendono tempo per non farli sopprimere.
E in cambio cosa ottengono? Sovvenzioni? Locali o strutture? NIENTE. (Soprav)vivono del denaro che loro stessi apportano alla protectora, di quello che i pochi soci vogliono donare e di poco altro. E non hanno nessuna agevolazione.
Quando la gente viene a sapere che lavori con un’associazione o che aiuti animali, invece di collaborare l’unica cosa che fa è portarti sempre più animali: “il mio cane ha appena partorito”… “ho trovato questi cuccioli in una scatola”… “Di fronte al mio portone c’è un cane abbandonato che gironzola”…
Siamo il migliore sollievo per la coscienza che non intende sporcarsi.
La gente lascia il cane nelle protectoras o in una pensione, senza poi riportarlo a casa, perché tutti sanno di aver a che fare con brave persone che non volteranno mai le spalle al cane che loro stessi hanno abbandonato.
Mi permetto di aggiungere che in alcune perreras spagnole l’eutanasia non è semplicemente un’iniezione che mette fine a tutto. Alcuni “veterinari” che lavorano nelle perreras trovano altri metodi di soppressione, più dolorosi e spregevoli, ma certamente più economici e redditizi. E al prezzo di un’iniezione i cani vengono cremati o gassati vivi.

Questo è il paese in cui viviamo. Del resto non possiamo aspettarci molto di più da un paese la cui festa nazionale consiste nel torturare un animale fino alla morte, mentre centinaia di sadici che hanno pagato l’entrata urlano godendosi lo spettacolo.